È cuoco, gestore di locale, ma anche falegname raffinato, muratore, idraulico nonché arredatore fantasioso del suo locale: il “Che Testo” di piazza dei Bambini, pieno centro di Terni.


È una storia d’integrazione e di successo quella di Alexei Adam, 36 anni, moldavo; successo suo e di tutta la sua famiglia.

Quando gli chiedi come faccia a destreggiarsi in tutti questi mestieri lui ti risponde con un sorriso: “Non so, mi è sempre piaciuto fare di tutto e soprattutto farlo bene. Sono un perfezionista”.
Alexei Adam nasce in Moldavia nel 1988, a cavallo della crisi del comunismo e dell’ingresso del suo piccolo paese nel mondo occidentale; genitori operai in una grande cantina industriale, una fabbrica di Stato dove s’imbottigliavano vino e cognac.



Ragazzino, si dà subito da fare: “L’estate – racconta – e nei periodi in cui non c’era scuola andavo il pomeriggio nei boschi a raccogliere ciliegie, noci e camomilla. Poi l’indomani prendevo il treno prestissimo e mi recavo al mercato della capitale, Chişinău, per rivendere quello che avevo raccolto nei boschi. Con i soldi guadagnati ho comprato la mia prima bicicletta”.
La madre, Galina, decide di venire in Italia, a Perugia, nel 2004, dove trova lavoro come donna delle pulizie. “Io – racconta – resto a casa con mio fratello Tudor, più piccolo di dieci anni. Mio padre era al lavoro e pensavo io a tutto quello che c’era da fare in casa: cucinavo, lavavo e stiravo, facevo un po’ tutto. Mi piaceva soprattutto cucinare; non poteva mancare il cibo in casa, dunque nel cortile di casa avevo un piccolo allevamento, galline, maiali e conigli che curavo direttamente”.
A 18 anni, decide di raggiungere la madre a Perugia: primo lavoro, manovale nell’edilizia, poi per un anno fa il lavapiatti all’Hotel Park di Ponte San Giovanni. Per qualche mese fa il carpentiere e subito dopo l’operaio metalmeccanico in una piccola ditta di Ponte San Giovanni, la Elettromec: “Ci sono restato quattro anni; riparavo frigoriferi e compressori”.

Nel 2014 la prima svolta: va a lavorare al “Testone” di Ponte San Giovanni dove facevano e fanno la torta al testo, qui a Terni chiamata “pizza sotto lu focu”.
Alexei brucia le tappe: “Il primo giorno di prova sono riuscito a fare tutto da solo nel mio reparto: impastavo, farcivo le pizze e le cuocevo. Il titolare è venuto e mi ha detto sorridendo, Tu non ti muovi più da qui. Questo è il tuo lavoro”.
Primo stipendio 800 euro che dopo un anno raddoppia a 1600 euro.
Il “Testone” di Ponte San Giovanni è la sua palestra lavorativa: “In cucina – dice – facevo tutto. La cucina tradizionale l’avevo imparata in Moldavia quando preparavo i pasti per tutta la famiglia. Ma lì ho imparato a gestire un locale; ogni giorno prima di entrare in cucina sistemavo il magazzino”. Ogni tanto ritorna in Moldavia e qui conosce una coetanea, Margareta, una ragazza diplomata che lavora in banca; si fidanzano e anche lei decide di trasferirsi a Perugia.

Al “Testone” di Ponte San Giovanni Alexei resta un anno e mezzo ma ormai lì si sente stretto come dipendente: vuole un locale tutto per sé.
“Era il 2015, – racconta – e mi venne l’idea di cambiare vita. Qui faccio tutto; sono capace di fare tutto. Allora perché non farlo per me? Convinco mio fratello al tempo sedicenne che mi aveva raggiunto in Italia. Mia moglie all’inizio era contraria. Andiamo insieme da mia mamma per chiederle aiuto. Inizialmente anche lei era contraria; aveva paura. Poi si convince. Riuniamo i risparmi e prendo in banca un prestito di 25mila euro. Inizialmente volevo aprire un locale a Verona, ma un amico, Nicola, che aveva una catena di piadinerie a Perugia mi convince che il posto giusto è Terni. Mi dice, resta in Umbria, porta a Terni la tradizione della torta al testo dove non c’è”.
I fratelli Adam e Margareta vengono a Terni e cominciano a perlustrare il centro storico alla ricerca di un locale adatto alle loro esigenze; si fermano in piazza dei Bambini. “Scelgo il locale dove sono ancora oggi – spiega – perché aveva tutti gli spazi necessari, compreso lo spazio esterno sulla piazza, per realizzare il mio sogno. In più aveva una cucina molto grande”.

I lavori iniziano a maggio del 2015; il locale viene completamente risistemato: “Lavoriamo io, mio fratello e un nostro amico stretto, Jan”. Alexei progetta il locale fin nel dettaglio, compresi gli arredi, tavoli e sedie. Alla fine dei lavori, il locale sembra uscito dalla matita di un architetto d’interni: “Mi viene spontaneo. Faccio il disegno e inizio a realizzarlo. Il resto viene da solo”.

L’inaugurazione è a ottobre del 2015: “All’inizio eravamo io, mio fratello, mia moglie, mia cugina e quattro dipendenti. Avevamo lavorato così tanto per rinnovare il locale che non abbiamo avuto il tempo di fare la pubblicità. Solo un cartello alla porta d’ingresso con la data dell’inaugurazione”. Il locale parte subito bene e in pochi mesi diventa alla moda. “La ricetta del successo? – si domanda oggi Alexei – semplice: prodotti buoni e prezzi molto competitivi. La pizza sotto lu focu piace ai ternani. Il sabato non riuscivo a gestire gli ordini, tanta era la gente”.
L’inverno il locale, con la cucina a vista, è molto caldo; l’estate sfrutta lo spazio esterno della piazza dei Bambini. Nel 2016, nasce la prima figlia della coppia, Elisa. “I primi anni – spiega – offrivamo solo pizze e braceria. Poi abbiamo inserito nel locale il frigo per la frollatura con una selezione di carni provenienti da tutto il mondo. Nella carta abbiamo tutte le bandiere”.


Alexei ogni tre anni rinnova il locale da cima a fondo; quello di oggi è il terzo arredo. “Un po’ – spiega – è la voglia di cambiare. Un po’ perché sono un perfezionista; vedo gli errori fatti nel passato e voglio migliorare il locale”.
I tavoli di oggi sono una vera meraviglia: legno e una lamina sulle superfici che riproduce schizzi colorati come se fosse un quadro impressionista.
Nascono gli altri due figli: prima Victoria poi Tancredi.
Alexei a Terni si trova benissimo; è radicato e non ha intenzione di spostarsi: “Terni è una città comoda dove tutto è a portata di mano. I figli vanno a inglese, in palestra; stacco un attimo dal lavoro e li raggiungo”.




Alexei traccia un primo consuntivo della sua vita e ne è soddisfatto, ma è nel contempo cosciente che il successo è stato frutto di un lavoro di squadra: “Mio fratello in questa bellissima avventura mi ha dato una grossa mano. È socio; ha fatto i lavori insieme a me e gestisce il locale con me. Mia moglie è bravissima in cucina; è una vera maestra, mi ha completato professionalmente. Se la barca va, è merito di tutti”.
Le prossime tappe? “Una bella casa di proprietà e una cucina nuova, più grande, per velocizzare le richieste dei clienti”.
Alexei guarda preoccupato l’orologio; si è fatto tardi, bisogna iniziare a preparare la cena.
