Ronny Albucci

Un tempo al quartiere Clai, anzi allo “spiazzo Clai”, c’erano i fabbri, i falegnami, i lattonieri, gli artieri e i chiodaioli e sono i nomi delle vie a rimandare al passato lontano. Oggi per le stesse strade passeggiano giovani allievi cuochi, pizzaioli, aspiranti pasticcieri, barman o maestri di sala e qualche futuro tecnico informatico nei mille rivoli di cui si compone la nuova professione.

Lì dove c’erano le botteghe artigiane, nel cuore della città storica, oggi ci sono laboratori di cucina e d’informatica, una vera sala ristorante, nonché molte aule. Tekna e Chef Academy, scuole professionali d’informatica e di cucina, rappresentano una nuova frontiera dell’artigianato e insieme una nuova identità, che si auspica possa crescere ancora, del centro storico: quella della formazione, del sapere e della conoscenza.

Artefice di questa trasformazione della piazza è la famiglia Albucci, marchigiani originari di Fermo. Ronny Albucci, 54 anni, parla dal suo ufficio che si affaccia su piazza Clai, sede amministrativa della Tekna e di Chef Academy. “Mi sono diplomato nel 1988 all’Itis in Elettronica, – racconta – all’Istituto Industriale che era ed è una vera scuola di eccellenza. Siamo venuti a Terni perché mio padre lavorava all’Ancifap, ente formativo dell’Iri, a Pentima; era il responsabile del settore estero. Cinesi, africani, medio orientali, sudamericani, ragazzi provenienti da tutto il mondo con borse di studio dell’Iri venivano formati a Terni in varie discipline professionali ed è lì che ho iniziato le mie prime esperienze professionali insegnando informatica, un’attività di docenza che successivamente mi ha portato a girare in tutta Italia per fare formazione per il personale di vari enti tra cui Confindustria, ministero dei Trasporti, Consiglio di Stato e Guardia di Finanza. Questa attività di docenza in ambito informatico è durata circa sei anni, poi ho deciso di tornare a Terni e nel 1994 ho fondato Tekna, una scuola d’informatica, qui in piazza Clai”.

Una piazza e un quartiere molto diversi da come sono oggi. “I palazzi nel 1994 erano in via di riqualificazione – spiega Ronny Albucci – ma la pavimentazione era ancora quella vecchia e la piazza poco illuminata, c’era un lampione al centro della piazza come si usava una volta. Abbiamo scommesso sulla possibile riqualificazione della piazza e abbiamo impiantato qui la nostra attività. Anche grazie al supporto della famiglia ho acquistato il primo immobile in via San Vincenzo, 170 metri quadrati, che tuttora ospita la sede legale e i primi laboratori della scuola d’informatica. Poi nel corso degli anni sono seguiti nuovi acquisti, sempre nel quartiere Clai, fino ad arrivare ai 1500 metri quadrati di oggi”.

“È stata una scelta in controtendenza – dice oggi Albucci – perché realtà della nostra dimensione normalmente preferiscono collocarsi nelle zone industriali. Noi abbiamo deciso di ampliare e consolidare la nostra presenza nel quartiere Clai per non abbandonare il centro storico che riteniamo abbia sempre il suo fascino e rappresenti il cuore pulsante di ogni città, oltre ad essere più comodo soprattutto per gli studenti fuori sede: la stazione ferroviaria a pochi minuti, tutti i servizi a portata di mano, molti appartamenti disponibili per gli affitti brevi, nessun bisogno di prendere mezzi per spostarsi”.

Tekna si accredita nel 1994 come agenzia formativa regionale. “Facevamo prevalentemente – dice Albucci – formazione informatica, facendo tesoro della mia esperienza professionale acquisita in ambito nazionale. Si partiva dall’alfabetizzazione fino alle certificazioni per sviluppatori e sistemisti. Formazione di base e alta formazione, in parte a pagamento e in parte finanziata dalla Regione. Siamo diventati partner ufficiali di Microsoft, centro test Prometric e Pearson VUE. Tekna al culmine dell’attività è riuscita a formare circa 700 studenti l’anno. L’utenza dei corsi d’informatica era prevalentemente locale; mia moglie, che è un’ex allieva, è di Rieti”.

L’attività cresce fino a quando Ronny Albucci capisce che è giunto il momento di diversificare e decide di puntare sulla formazione degli addetti alla ristorazione. “Capivo – dice – che era un settore in crescita; c’era una forte domanda di formazione per cuochi e aiuto cuochi, per pizzaioli, barman, pasticcieri e direttori di sala, che andava intercettata”.

“Nel 2011 nasce Chef Academy e registriamo il marchio a livello nazionale e comunitario. Riconvertiamo – spiega l’imprenditore – una parte delle aule e dei laboratori d’informatica ai nuovi corsi di formazione. Per la cucina e la sala ristorante, inizialmente abbiamo preso in affitto il ristorante “Via degli Artieri” che insisteva proprio su Piazza Clai. Il ristorante ospitava la mattina i nostri corsi poi la sera faceva ristorazione. In meno di un anno l’attività è cresciuta e sempre più aule e laboratori d’informatica sono stati ridestinati ai nuovi corsi. Dopo circa due anni abbiamo acquistato anche il ristorante che ha ulteriormente ampliato il nostro centro di formazione. Oggi possiamo disporre di 9 laboratori di cucina, una sala ristorante e un’aula magna oltre alle aule teoriche multimediali. Nel contempo abbiamo mantenuto 2 laboratori d’informatica. Nel 2023 hanno frequentato la Chef Academy circa 500 corsisti provenienti da tutta Italia e da tutto il mondo. Presso la nostra Accademia formiamo e qualifichiamo gli studenti che al termine delle attività formative, oltre ad ottenere una qualifica, possono fare stage di inserimento professionale scegliendo tra oltre 1500 strutture convenzionate tra ristoranti stellati, pasticcerie, hotel e strutture ricettive in tutta Italia. L’accesso ai nostri corsi normalmente è a pagamento poi, in particolari momenti storici, è possibile iscriversi alla Chef Academy grazie al finanziamento con bandi pubblici. Nel tempo – sottolinea Albucci –  abbiamo acquisito un profilo internazionale, ottenendo la prestigiosa certificazione WACS (World Association Chefs Societies) come scuola di eccellenza internazionale e siamo diventati partner della più prestigiosa accademia mondiale di cucina e pasticceria, École Ducasse, con sede principale in Francia, che ci consente di far specializzare all’estero i nostri migliori studenti. Molti gli studenti internazionali che scelgono di qualificarsi alla Chef Academy, ad esempio, tre anni fa abbiamo accolto 50 corsisti dall’India e normalmente accogliamo studenti provenienti da ogni continente”. Nel sito ufficiale www.chefacademy.it, gli ex corsisti raccontano le loro storie di successo: c’è chi ha trovato lavoro in prestigiose strutture; chi ha ottenuto importanti riconoscimenti, chi invece ha deciso di aprire un’attività in proprio sia in Italia che all’estero.

Adesso, anche sull’onda del successo di trasmissioni televisive, tutti vogliono fare i cuochi, i barman o i pasticcieri. Non c’è il rischio che il settore vada verso la saturazione e che questi giovani si trovino poi disoccupati? “No, – risponde deciso Ronny Albucci – c’è una fortissima domanda di personale in tutto il settore allargato della ristorazione e dell’ospitalità perché durante il Covid una parte importante dei dipendenti è andata in altri campi lavorativi dove poi è rimasta. Poi quando c’è stata la ripartenza gli imprenditori si sono trovati a corto di personale e con una forza lavoro sottodimensionata. Il settore turistico/alberghiero vede attualmente in Italia una grande richiesta di personale specializzato e con una forte previsione di crescita. Possiamo dire che dopo il Covid c’è una grande voglia di spostarsi, di viaggiare e l’Italia è stata letteralmente riscoperta dal mondo. Noi, con la nostra formazione, continueremo a supportare le strutture del turismo e della ristorazione fornendo personale altamente specializzato e lavoreremo con il massimo impegno per realizzare i sogni dei nostri studenti”.

Un tempo al quartiere Clai si ascoltavano i colpi dei martelli e le voci concitate degli artigiani in dialetto stretto; oggi le voci di ragazzi in divisa scura e cappelli da cuoco che discutono, in tutte le lingue del mondo, di ricette tradizionali e innovative sognando di diventare chef stellati.