Orlando Leonardi

“E’ stato un miracolo”. E’ una frase che ricorre spesso nel racconto che fa di sé Orlando Leonardi, imprenditore edile e marmista/cimiteriale. La fortuna ci sarà pure stata, unita a una fede di ferro, ma nella lunga vita dell’imprenditore artigiano spiccano soprattutto talento, voglia di fare e capacità di relazionarsi con il territorio.

“Sono nato il 28 dicembre del 1931 a Coppe, oggi frazione di Stroncone, al tempo, frazione del Comune di Terni perché Stroncone era una delegazione di Terni. Mia madre è morta nel giugno del 1932, non l’ho conosciuta. Ero l’ultimo figlio, prima di me erano nati un fratello e una sorella. Mio padre era operaio della Fabbrica d’armi. Sono diventato il bambinello della collettività; sono stato adottato dal paese”.

Orlando è un bambino sveglio. Frequenta le elementari a Coppe e l’avviamento, le medie di allora, a Terni. Per le scuole superiori non ci sono i soldi, allora i padri francescani, quelli titolari del convento di Stroncone che il ragazzo Orlando frequenta da sempre, lo mandano in una loro scuola a Farneto, vicino Perugia. Una specie di liceo classico che darà una formazione robusta a Leonardi. Lì resta quattro anni poi viene via. Ha bisogno di lavorare. Va a imparare il mestiere di marmista da Capati, “Marmi Capati, l’azienda più grande del settore, dove un cugino, Tullio Leonardi, è il responsabile del laboratorio. La guerra è appena terminata; c’è un intero paese da ricostruire e l’edilizia è uno dei settori di punta dell’economia.

“Da Capati – racconta Leonardi – conobbi tutti i maggiori imprenditori del settore, tra cui Chitarrini, Lo Storto e Pallotta. Presso l’azienda di Nello Benvenuti, scultore e marmista, conobbi il marchigiano Manlio Germozzi, già allora presidente della Confartigianato nazionale, e sempre lì conobbi Giampiero Troiani, presidente provinciale di Confartigianato. Per tutti questi imprenditori ero l’orfanello. Tutti mi prendevano a ben volere e tutti mi aiutavano”.

Da Capati conosce anche una coppia, Orfeo e Amneris Quondamcarlo, che ha una piccola ditta al cimitero: costruiscono tombe con i marmi che fornisce Capati. Non hanno figli. Orlando Leonardi va a lavorare con loro e in poco tempo impara tutto quello che c’è da sapere del mestiere. Brucia le tappe. A ventiquattro anni, nel 1955, apre una ditta edile per conto proprio. Si iscrive alla Camera di commercio nel 1958. “M’invitarono ad iscrivermi alla Camera di commercio – racconta – Chitarrini, Lo Storto e Pallotta che continuavano ad aiutarmi e a darmi il sostegno. Frequentavo la sede di Assindustria che era al tempo in via Pacinotti. Sempre in via Pacinotti, c’era la sede di Confartigianato. Qui avevo rapporti con il presidente Troiani e con il direttore generale Gregori, che mi chiesero consigli sulla costruzione della nuova sede in via del Sersimone. Poco più in là, in via Romagnosi, c’era la caserma del comando provinciale di Terni dei carabinieri. Conosco il colonnello e lui mi chiede di costruire la nuova caserma dei carabinieri a Stroncone. Ma a Stroncone c’è anche bisogno di un nuovo ufficio postale. Grazie all’aiuto di Francesco Malvetani, compro l’area e realizzo l’edificio. E questo è il mio primo miracolo. Continuavo a fare tombe al cimitero ma nel contempo ero diventato anche imprenditore edile: una ditta con pochi dipendenti, il mio uomo di fiducia era Giuseppe Fagotti”.

Al tempo in via Campania c’era il deposito carburanti dell’Eni e dell’Agip; un’area immensa da risistemare. “Conosco l’ingegner Aiuti dell’Eni che mi chiede se me la sento di fare questo lavoro. Dico di sì. Il lavoro viene svolto bene. Mi pagano con 8 milioni di lire, una cifra immensa per allora. Il direttore di banca non credeva ai suoi occhi quando versai l’assegno nel mio conto corrente. Alla fine del lavoro al deposito, l’ingegnere Aiuti mi dice, lunedì mattina l’aspetto a Roma, alla direzione generale dell’Agip in via Sicilia. Io fino ad allora non ero mai stato a Roma; mai passato per la stazione Termini. Vado e lì accade il secondo miracolo. Mi affidano la manutenzione dei depositi, delle stazioni di servizio dell’Agip dell’Umbria e dell’Alto Lazio. La ditta cresce; i dipendenti diventano dodici. Ho anche costruito le stazioni di Fabro, Giove, Magliano Est e Magliano Ovest, Orvieto; a Terni quelle di Lungonera e via Borzacchini, poi le stazioni di Rieti e Stroncone”.

Il momento di gloria arriva quando conosce personalmente Enrico Mattei, il mitico presidente dell’Eni. “Era il 1958 – racconta Leonardi – e venimmo invitati all’Hotel Excelsior a Roma. Eravamo 14 imprenditori provenienti da tutt’Italia del settore manutenzioni. Ero a pranzo con Enrico Mattei, non ci potevo credere, per me era quasi un sogno”. Con l’Eni continuerà a lavorare anche dopo la morte di Mattei; appalti che sono durati per trentatré anni a iniziare dalla manutenzione del deposito carburanti di Terni in via Campania.

Intanto continua a costruire tombe e cappelle al cimitero di Terni in collaborazione con i principali scultori del tempo. “Ho realizzato – dice con orgoglio – la tomba monumentale di Libero Liberati e cappelle per le principali famiglie ternane, tra cui quella dei Fratelli Fontana”.

Il nome di Orlando Leonardi è strettamente legato a Confartigianato di cui è stato presidente dal 1993 al 2008. “Quando diventai presidente di Confartigianato, su proposta del presidente Troiani che poi divenne presidente onorario – racconta – le cose andavano piuttosto male per l’associazione ternana. Gli iscritti erano in flessione perché l’associazione dava pochi servizi rispetto alla concorrente Cna. Anzitutto bisognava risanare i conti. Non licenziai nessun dipendente; feci un accordo all’Ufficio provinciale del lavoro per ridurre le ore di lavoro dei dipendenti ma tutti conservarono il loro posto. Poi riorganizzai gradualmente la struttura; ricominciammo a fornire servizi efficienti e gli iscritti tornarono ad aumentare. Inventai il gruppo giovani, il gruppo donne, la festa di San Giuseppe, aumentarono i corsi di formazione professionale. Sempre in quegli anni, insieme ai presidenti di Perugia, Foligno e Spoleto, ho contribuito a creare la Confartigianato regionale. In questa opera di riorganizzazione di Confartigianato ebbi grande collaborazione da parte del personale di via del Sersimone, in particolare dal cavaliere Italo Pellegrini e dal direttore Michele Medori”.

Gli iscritti aumentarono così tanto che la sede storica di via del Sersimone iniziava a diventare stretta. “C’era bisogno di una nuova sede, più grande, con una grande sala riunioni, – ricorda – anzitutto acquistammo la terra a Maratta. Per il prestito mi rivolsi alla Banca popolare di Spoleto il cui presidente, Alberto Pacifici, era amico mio. Aveva completa fiducia in me; disse ai funzionari, pagate quello che serve per la Confartigianato. Per la realizzazione della nuova sede di Confartigianato ebbi la collaborazione di tutti: del comandante dei Vigili del fuoco, del sindaco e di tutta l’amministrazione comunale, della presidente Lorenzetti e del vescovo Gualdrini”.

La nuova sede di Confartigianato viene inaugurata a gennaio del 2005 e oggi è sicuramente la più funzionale tra quelle delle associazioni datoriali ternane. Intanto la vita di Orlando Leonardi si divide fra tantissimi impegni: nel 1994 diventa, lui cattolico, assessore alla Formazione professionale e al sociale nella giunta provinciale di Terni guidata dal pidiessino Alberto Provantini: è il primo esperimento in Italia di collaborazione tra post comunisti e post democristiani, embrione di quello che di lì a poco diventerà l’Ulivo. “Ma prima di entrare – scherza Leonardi – chiesi permesso al vescovo Gualdrini”. Come presidente di Confartigianato s’inventa l’Interassociativo: l’unione di tutte le associazioni datoriali che si riunivano presso la Camera di commercio e davano pareri, formulavano proposte sulle questioni importanti del territorio. “Quando usciva un documento dell’Interassociativo aveva una sua forza; avevamo una capacità di contrattazione maggiore. Perugia ci stava a sentire”. Nel 1984 diventa editore e fonda la radio e televisione cattolica Umbria Viva: “Trasmettevamo dal convento di San Francesco a Stroncone. Come radio, eravamo la seconda emittente dell’Umbria. Sempre come radio, siamo stati la prima emittente in Umbria a trasmettere la domenica la messa in diretta, naturalmente dalla chiesa di San Francesco a Stroncone. Dopo la messa, ci collegavamo con un sindaco della provincia che ci raccontava le sue iniziative e i problemi del suo municipio. E’ stata una delle trasmissioni che ci ha fatto conoscere di più. E’ durata ventiquattro anni, poi l’ho ceduta a Don Pierino Gelmini”.

“Quando – racconta Leonardi – nel 2008 ho lasciato Confartigianato i conti erano in ordine; c’era un ottimo rapporto con i dipendenti. L’associazione aveva ottimi rapporti con le istituzioni e con le altre associazioni datoriali. Ero soddisfatto del lavoro svolto”.

Adesso a 92 anni, dopo una vita lunghissima fatta di lavoro e d’impegno nel sociale, Orlando Leonardi si gode il meritato riposo. Trascorre gran parte dell’anno nella sua casa di Coppe di Stroncone con vista magnifica sulla conca ternana. La mattina va a messa nel vicino convento di San Francesco. Legge, s’informa; è in contatto continuo con il figlio, con i nipoti e i pronipoti. Guarda con orgoglio diplomi e croci di cavaliere, commendatore e grand’ufficiale rilasciati da tre presidenti: Cossiga, Scalfaro e Ciampi. Sul futuro di Terni e dell’Italia è però pessimista: “Durante la mia vita, le mie bussole sono state onestà, fede e Vangelo. Adesso vedo troppa furbizia in giro; tutti pensano a fare gli interessi loro e nessuno che pensi al bene comune. Io mi domando: dove andiamo, quale sarà il nostro futuro?”.