Daniela Tedeschi

a cura di Giuseppe Magroni
Foto di Alberto Mirimao

“Attenta selezione dei prodotti trattati, consulenza personalizzata alla clientela, massima attenzione al servizio in tutte le fasi della vendita. Conciliamo la tradizione che ci caratterizza, siamo uno dei negozi storici di corso Vecchio, con l’innovazione richiesta dai tempi attuali. Ci piace curare i nostri clienti e instaurare con loro un rapporto umano che va aldilà di quello tra venditore e acquirente. Ogni fornitura ha una sua connotazione specifica, è cucita su misura. E’ per questo che ci riteniamo artigiani del commercio”.

Daniela Tedeschi
Tiziana Tedeschi

Daniela Tedeschi insieme alla sorella Tiziana gestisce uno dei negozi storici di corso Vecchio, articoli per l’illuminazione; un locale ad angolo con il teatro Verdi di cui sono appena iniziati i lavori di ristrutturazione.

La storia

Giampiero Tedeschi
Le sorelle Tedeschi

E’ una storia, quella del marchio commerciale “Tedeschi”, che inizia nel 1966, sempre a corso Vecchio, anche se dalla parte opposta, proprio di fronte all’ingresso del teatro della città.
E’ il padre, Giampiero Tedeschi, ad aprirlo; vende materiale elettrico, articoli per l’illuminazione, piccoli elettrodomestici e giradischi. “Mio padre – racconta Daniela – faceva il commesso, sempre in un negozio di articoli per l’elettricità, sempre qui a corso Vecchio, Pauselli. Anche mia madre Marcella faceva la commessa, anche lei in un negozio di articoli per l’elettricità, sempre qui a corso Vecchio, De Santis. In pratica è l’elettricità che li ha uniti.

A un certo punto hanno deciso di fare il salto; si sono licenziati e hanno aperto un negozio per conto loro. Una sfida importante; si erano appena sposati e c’era mio fratello Roberto in arrivo, subito dopo è nata Tiziana poi io”.

All’inizio sono i coniugi Tedeschi a gestire il negozio, niente commessi. “Mio padre Giampiero – dice Daniela – raccontava sempre che erano partiti da zero, lui, mamma e il coraggio. Un investimento iniziale di trecentomila lire.

C’era poca liquidità a disposizione per comprare il materiale e allora mio padre, con una piccola furbizia, riempiva gli scaffali con scatole vuote per renderli più attraenti”.

Ma è il 1966, l’Italia è in pieno boom economico e gli italiani scoprono il piacere del consumo, degli elettrodomestici; rinnovano le case, anche il giradischi entra in tutti i salotti. “Il mio primo ricordo – racconta – è legato proprio a un giradischi. Avevo cinque anni e mi misi a piangere perché papà stava vendendo un giradischi rosso identico a quello che avevo in casa. Mi misi a piangere disperatamente perché pensavo che fosse il mio. Piansi così tanto che, nonostante le rassicurazioni di mio padre, la signora rinunciò ad acquistarlo. Il negozio di corso Vecchio era la mia seconda casa”. Il negozio va bene, la professionalità e la simpatia di Giampiero Tedeschi attirano i clienti, ai piccoli elettrodomestici si affianca la vendita dei grandi elettrodomestici; arrivano i ragazzi di bottega, dipendenti che vengono curati dai proprietari come se fossero figli. “Dopo i primi tempi – ricorda ancora Daniela – mia madre si dedicò a tempo pieno alla casa e alla famiglia e in negozio mio padre fu affiancato da sua sorella, zia Elsa, che per anni fu il suo braccio destro”.

Le origini

Le sorelle Tedeschi iniziano subito ad aiutare i genitori nel negozio, soprattutto nei mesi in cui sono libere dagli studi. Crescono anche i locali e il negozio si allarga a quella che è la sede attuale, due vetrine, una di fronte all’altra ai due lati di corso Vecchio. “Mi sono diplomata nel 1992 in Ragioneria, – racconta –  con il punteggio massimo, per cui sono stata anche premiata. Ma dopo il diploma ho scelto di entrare a lavorare nell’azienda di famiglia; per me è stata una scelta normale, quasi automatica, quel negozio era una parte della mia vita. Tenevo la contabilità e facevo la commessa. Lavoravo dove serviva”.
E’ il 1992, il negozio si espande al civico 101, aggiungendosi al 102 per complessivi 300 metri quadrati, più l’esposizione di articoli per l’illuminazione nella parte opposta di corso Vecchio; ci sono sette dipendenti con contratto a tempo indeterminato più la famiglia, compreso il figlio Roberto per un periodo. Al materiale elettrico, ai piccoli e grandi elettrodomestici si aggiunge la telefonia mobile che proprio in quegli anni inizia ad espandersi. Giampiero Tedeschi fidelizza i suoi clienti; li coccola con l’assistenza e con i servizi di manutenzione e con la realizzazione di nuovi impianti elettrici per le abitazioni. Per qualunque problema all’impianto elettrico di casa c’è sempre un dipendente del negozio Tedeschi che è pronto a correre.

Era il 1992, sembra ieri, eppure Terni e il suo centro storico erano molto diversi.

“Com’era Terni nel 1992? – spiega Daniela Tedeschi – semplicemente era un’altra era. C’era molta più ricchezza e il commercio aveva un grande posto nell’economia cittadina. Solo il teatro Verdi era una calamita di persone. C’erano il pubblico, gli artisti famosi che venivano a fare le prove già dal pomeriggio, gli attrezzisti, tutti gli artigiani che servivano la compagnia. Noi fornivamo materiale elettrico spicciolo. Ricordo che una volta entrò in negozio Mariangela Melato e rimase molto male perché mio padre non la riconobbe scambiandola per un’altra cliente. Il Verdi non era solo un cinema/teatro, ma era concerti, saggi, convegni, assemblee, congressi di partito. Era un po’ il cuore pulsante della città. Quando chiuse, fu per noi e per tutti i commercianti di corso Vecchio una sorta di lutto. Qualche giorno dopo la chiusura, venne giù una parte del soffitto del pronao, quasi un simbolo. Nessuno di noi immaginava però che il teatro sarebbe rimasto chiuso per tutto questo tempo”. Oggi con il quaranta per cento dei locali in centro vuoti, si fa fatica a ricordare com’erano le vie storiche di Terni trent’anni fa. “All’epoca – dice Daniela Tedeschi – il centro storico era un grande centro commerciale all’aperto, molto frequentato per fare acquisti ma anche solo per passeggiare o per fruire dei suoi servizi. C’erano il Verdi, il Politeama, il Fiamma, l’Antoniano, fino a qualche anno prima anche il Modernissimo. Ricordo che il sabato pomeriggio a corso Vecchio c’erano fiumi di gente, tanto che era letteralmente difficile l’attraversamento per andare da un negozio all’altro che stavano nelle due parti opposte”.

Gli anni corrono e a fine anni Novanta, primi anni Duemila il commercio a Terni inizia a cambiare;
c’è l’avvento dei centri commerciali, poi verranno le vendite on line, cambiano le abitudini dei consumatori che più che alla qualità guardano al prezzo. Giampiero Tedeschi, da buon imprenditore, capisce che un ciclo è finito e decide di ristrutturare l’azienda.
“Mio padre, – dice Daniela – dopo una vita di lavoro decide che è ora di andare in pensione; diamo in affitto il locale che vende materiale elettrico ai nostri dipendenti che costituiscono un’impresa autonoma. Io e mia sorella decidiamo di dedicarci esclusivamente al settore dell’illuminazione nella sede attuale, a fianco del teatro. Purtroppo mio padre non fa in tempo a godersi la pensione. Muore a 68 anni la notte della Befana del 2006 dopo appena tre settimane di malattia. Noi apriamo a giugno. Fin dall’inizio l’attività andò benissimo, il settore dell’illuminazione era in forte crescita. Era stato necessario specializzarsi; era finito il tempo del bazar in cui si vendeva tutto. Poi iniziò la grande recessione che sconvolse il mondo e anche Terni”.

Oggi

Daniela Tedeschi ha sempre accompagnato l’attività imprenditoriale con l’impegno associativo.
“E’ infatti dai primi anni 2000 – spiega – che faccio parte attivamente di associazioni del settore, da TerniViva, a Confcommercio, alla Confartigianato dove attualmente sono presidente di categoria, oltre all’impegno appassionato nel mio comitato di via. Parlare con i colleghi delle problematiche comuni, ragionare insieme sulle possibili soluzioni e collaborare nell’organizzazione di iniziative, magari davanti ad un aperitivo, mi fa sentire parte integrante di una comunità. Ho avuto anche l’onore e l’onere di ricoprire la carica di assessore comunale al Commercio e al Turismo per un breve ed intenso periodo, che ha arricchito il mio bagaglio personale di esperienza e conoscenza”.
Ci sarà ancora un futuro per il commercio nel centro storico di Terni? Daniela Tedeschi non ha dubbi: “Nonostante le criticità generali e locali degli ultimi tempi, crediamo nel futuro delle attività storiche, solo in apparenza un ossimoro. In una società che sta andando sempre di più verso una digitalizzazione spinta ed una dimensione virtuale, dove spesso l’acquisto si riduce ad un click impersonale, negozi come il nostro conservano la centralità del rapporto umano con il cliente, garantiscono un servizio personalizzato e mantengono illuminate e frequentate le vie della città”.

Il negozio di Corso Vecchio oggi