Ubaldo Capponi

a cura di Giuseppe Magroni
Foto di Alberto Mirimao

Le origini

Ubaldo Capponi oggi ha 83 anni, la maggior parte dei quali passati tra le biciclette. Ha 83 anni e ancora ripara le biciclette nella sua officina di piazza Solferino, o piazza dei Bambini, punto di ritrovo per tutti gli appassionati delle due ruote in città. Meccanico delle biciclette da sempre: “La bicicletta è la mia vita”.

È così da quasi settant’anni e non ha intenzione di smettere anche perché l’aspetto fisico è quello di sempre; per me quello di trent’anni fa quando sono tornato a Terni e lo andavo a trovare per le riparazioni della mia bicicletta e di quelle delle mie figlie ancora piccole. È nato il 12 agosto del 1940, qualche mese dopo l’entrata in guerra dell’Italia, a Poscargano, a metà tra il quartiere Polymer e Collescipoli e abita ancora lì, in via del Convento. Elementari, Medie, un anno alle Industriali.

La sua storia

“Poi ho smesso, – racconta – non avevo voglia di studiare e sono andato a lavorare, apprendista meccanico. Sono andato a bottega da mio zio, Angelo Satolli, che aveva l’officina davanti al Duomo, vicino alla fontana dei fiumi. Sono stato con lo zio fino a 17 anni poi mi sono spostato in un’officina più grande, quella di Antonio Conti in via Roma. Lì si riparavano biciclette e motorini. Conti vendeva pezzi di ricambio, motorini, motociclette e biciclette. Era la filiale ternana della fabbrica Ugolinelli di Foligno”.

“Era il 1957 e a Terni – ricorda – tutti andavano in bicicletta. Qualcuno in motorino e qualcuno in moto. Le automobili erano ancora pochissime. Gli operai andavano tutti in bicicletta. All’entrata e all’uscita dei turni, a viale Brin era una fiumana di ciclisti in tuta blu”. A 18 anni inizia a correre, sempre in bicicletta. Gruppo sportivo Ugolinelli di Foligno: “Ho vinto tre o quattro gare da dilettante, qui, nel centro Italia. Subito dopo sono andato a fare il servizio militare, atleti ciclisti, a Napoli”.

Nel 1962 torna a Terni: “Inizio a montare le biciclette nuove da Ciotti, in viale della Stazione, assemblavamo i pezzi poi le rivendevamo al pubblico”. A questo punto ha in mano il mestiere, della bicicletta sa ormai tutto, e a 25 anni decide di dare una svolta alla sua vita: “Nel 1965 mi metto in proprio e apro un’officina mia in piazza Solferino, la stessa di oggi. Il mercato si era appena trasferito”.
Nel 1967 si sposa e dal matrimonio nasce un figlio, Davide, oggi vigile del fuoco, anche lui un ex corridore di bicicletta.

Siamo alla fine degli anni Sessanta e la Terni di allora era molto diversa da quella di oggi. “La città cresceva, si sviluppava – ricorda Capponi – si iniziava a creare ricchezza. Lavoravano tutti, moglie e marito. Le biciclette c’erano ancora, c’erano tanti ciclisti. La bicicletta era ancora il mezzo di trasporto principale, anche per i giovani”.

Nel 1965 fonda insieme ad altri appassionati di ciclismo il gruppo sportivo “Capponi”, uno dei maggiori a Terni: “Le biciclette da corsa – ricorda – le costruivamo noi, nel capannone di mio suocero in via Tre Venezie. Assemblavamo i pezzi di varie marche, mettevamo i telai, facevamo le verniciature. Il gruppo sportivo Capponi era finanziato dalla bottega e da chi ci lavorava. La fabbrica Campagnolo ci dava gratuitamente i cambi; altri marchi ci fornivano altri pezzi. La prima maglia era rosa/nera come il Palermo poi verde e nera come il Venezia, infine la maglia a strisce, bianca, verde e rossa come l’Umbria”. Capponi qualche anno dopo scopre un vero talento, Francesco Cesarini, un ragazzo di San Giacomo di Spoleto. Con Cesarini, sempre con il G.S. Capponi, vince il Giro del Messico e altri trofei importanti in Italia e in Europa. Sono anni di passione e di entusiasmi: “Questi ragazzi, compreso Cesarini, praticamente vivevano a casa mia. Eravamo tutti una grande famiglia”.

Intanto nel 1963, Capponi era diventato direttore sportivo di “Pileri casa”, la squadra ciclistica del grande negozio di elettrodomestici fondata da Centauro Pileri. Un anno dopo, nel 1964, diventa direttore sportivo anche del gruppo sportivo “Prefabbricati Aglietti” di Ponte Felcino ed è con questo team perugino che arriva il trionfo sportivo: “Con Francesco Cesarini, che indossa la maglia Prefabbricati Aglietti, vinco nel 1982 il Giro d’Italia, categoria dilettanti. Insieme a Cesarini e agli altri della squadra giro tutta Italia e tutta Europa, Spagna, Svizzera, Jugoslavia, Polonia”.

Lavoro e sport, sport e lavoro: la bottega di piazza Solferino cresce e si amplia; Capponi non si limita a riparare le biciclette, ma inizia a venderle, il rimessaggio è sempre nel capannone di Borgo Bovio del suocero.

In un locale adiacente, sempre in piazza Solferino, apre un negozio di abbigliamento specializzato per ciclisti gestito dalla moglie, Loredana Baldoni. “Io – dice Ubaldo – dato che il giorno ero quasi sempre impegnato con l’attività sportiva spesso riparavo le biciclette di notte”. Oggi, nella bottega di piazza Solferino è un flusso continuo di clienti che ritirano o consegnano le loro due ruote da riparare o semplicemente chiedono la pompa per gonfiare le ruote. Nel 1986/’87 Capponi diventa accompagnatore della Deltongo e lì conosce i grandi campioni del tempo, Saronni, Cipollini e tanti altri. L’ultimo capitolo sportivo è con la Continental, una squadra marchigiana di Montappone di Ascoli di cui Ubaldo Capponi è ancora una volta il direttore sportivo. Qui si conclude la lunga avventura del ciclismo sportivo.

Oggi

Oggi Ubaldo Capponi non vende più biciclette; il negozio d’abbigliamento per ciclisti è chiuso da tempo. Le biciclette si limita a ripararle, come ha fatto da sempre, pieno di passione e con le mani sempre sporche di grasso. Lavora dalla mattina al tramonto perché le biciclette da riparare che arrivano a piazza Solferino sono tante. Conosce tutti; accoglie tutti con un sorriso.  È un po’ il padre o il nonno dei ternani in bicicletta.

Quella di Capponi è una corsa lunghissima sulle due ruote durata quasi settant’anni: “Con lo sport non ci ho guadagnato, ma mi ha dato grandi soddisfazioni e mi ha permesso di girare tutta Italia e tutta Europa con le spese pagate. Ho versato i contributi previdenziali per quasi 70 anni, e li continuo a versare, e prendo circa 800 euro al mese di pensione. I clienti, per fortuna, sono ancora tanti. Terni è pianeggiante e sarebbe bello il centro completamente libero dalle auto e tutti in bicicletta. Sono soddisfatto della vita che ho condotto; fare un lavoro che piace è la cosa più bella. La bicicletta mi ha regalato la vita per cui la mia vita è stata bella”.