È diventata imprenditrice artigiana per tradizione familiare affiancando passo dopo passo il padre nel lavoro. Natascia Ditta, 52 anni, narnese, ragioniera, è oggi a capo della “Elettroimpianti Umbra srl”, azienda che si occupa essenzialmente della realizzazione di impianti di pubblica illuminazione, nelle strade, nei cimiteri, nei parchi, nelle zone industriali; illuminazione tradizionale e artistica. Ma anche di montaggio di pannelli solari e fotovoltaici: nelle case, negli edifici pubblici e nelle aree industriali. Un lavoro di installazione e di manutenzione di questi impianti.

“Mi sono diplomata nel 1992 – racconta – e sono entrata subito a lavorare in una precedente Snc, fondata da mio padre e da altri due soci nel 1975, poi i soci si sono divisi e mio padre è rimasto a capo di una ditta che si occupava solo di impianti elettrici, fino ad arrivare all’attuale Elettroimpianti Umbra srl fondata nel 2008”.
Una storia imprenditoriale iniziata nel 1975 e che infatti questo 10 aprile taglierà il traguardo dei cinquant’anni di attività con una bella festa a cui parteciperanno i dipendenti di oggi e quelli andati in pensione nel corso degli anni.
La storia della famiglia Ditta è fatta di lavoro, fatica e di ingegno. Il padre di Natascia, Filippo Ditta, 77 anni, fondatore dell’azienda, è emozionato per il mezzo secolo di attività: “Ho dedicato tutto il tempo disponibile all’impresa – dice – ma sono soddisfatto di quanto ho fatto. Quando vado in un borgo che abbiamo illuminato noi, tutti mi accolgono con riconoscenza e stima; sono queste le cose che ti fanno piacere”.

Filippo Ditta, ancora attivo all’interno della ditta di vocabolo Sabbione, nasce ad Alia, un piccolo comune della provincia di Palermo, nel 1948. La sua famiglia si trasferisce a Terni nell’immediato dopoguerra. “Era una famiglia di contadini; – racconta Natascia Ditta – mio nonno comprò un appezzamento agricolo a Sabbione, dalle parti dell’attuale Tubificio, al tempo un’area molto irrigua coltivata ad orti. Tutta la piana di Maratta era in quegli anni coltivata ad orti”.
Filippo Ditta, uno dei figli, inizialmente affianca la famiglia nel lavoro agricolo poi sente che la sua vocazione sta altrove. Frequenta i corsi professionali dell’Ancifap; diventa elettricista specializzato; inizia a lavorare per la ditta Quadraccia, che aveva appalti all’interno dell’Ast e in diverse aziende dell’Iri sempre nel settore degli impianti elettrici. Lavora molti anni, sempre per conto di Quadraccia, all’interno dell’acciaieria di Taranto. È ormai un operaio esperto di impianti elettrici all’interno delle industrie. Sono con lui nel lavoro altri due ragazzi ternani, due colleghi e due amici, Domenico Bertoldi ed Elio Grifi. Da questa amicizia nasce l’idea di mettersi in proprio; di creare un’azienda tutta loro e di mettersi sul mercato.



Hanno tutti meno di trent’anni; sono giovani, già ricchi di esperienza e di entusiasmo. La partenza è spartana. La prima sede è un appartamento in via Battisti destinato ad ufficio; il magazzino della ditta sono i garage delle tre famiglie.
L’azienda è una classica poliservizi: si occupa di acquedotti e fognature; di pubblica illuminazione e di lavori per conto dell’Enel. Ognuno dei tre soci ha un suo settore specifico di attività; Filippo Ditta si occupa di pubblica illuminazione e delle opere connesse, tipo la distruzione e rifacimento dei marciapiedi. Ogni settore ha una squadra di 4 persone; complessivamente lavorano nell’azienda 15 persone. Il lavoro c’è e il fatturato della piccola Snc cresce.

“Nel 1984 – spiega Natascia Ditta – l’azienda si trasferisce a Sabbione. I tre soci comprano un lotto dal Comune di Terni e costruiscono un capannone. Sono tra i primi. A fianco del loro capannone c’era la legatoria Coletti e un meccanico. Il resto era tutto vuoto”.
A questo punto Natascia Ditta inizia a parlare di sé. “Ho iniziato a entrare in azienda – racconta – nel 1991, a 18 anni. Era estate e ho sostituito la segretaria che doveva andare in ferie. Poi, nel 1992, appena diplomata, sono entrata in sede stabile. All’inizio volevo trovare un altro lavoro perché lavorare con papà, visto il suo carattere, non è facile. Gli scontri sono stati tanti ma tutto quello che so lo devo a lui. Mi mandava a parlare con qualcuno e io, giovane e inesperta, mi sentivo mandata allo sbaraglio poi ho capito che questo era fondamentale per la mia formazione. Piano, piano, anno dopo anno ho imparato a fare tutto in amministrazione: contabilità, gare d’appalto, rapporto con banche, clienti e fornitori, fatturazione e riscossione incassi. Sono affiancata in amministrazione da una dipendente oggi quarantenne che è con noi da quando aveva 19 anni. Oggi siamo 9 dipendenti, tutti storici, a parte due giovani assunti da poco”.

Nel 1994 avviene la divisione e ogni socio prende il suo settore specifico di attività; Filippo Ditta si occupa di pubblica illuminazione, installazione e manutenzione, e d’installazione di pannelli fotovoltaici e si costruisce il suo capannone, sempre a Sabbione, quello dove la “Elettroimpianti Umbra srl” continua a lavorare anche ora.
“Oggi – spiega Natascia Ditta – gestiamo l’illuminazione pubblica del Comune di Avigliano e di 16 comuni del Reatino, tutte realtà intorno ai cinquemila abitanti. Su Terni lavoriamo soprattutto per conto dell’Asm; adesso stiamo lavorando all’illuminazione pubblica della Flaminia ternana; stiamo trasformando la vecchia linea a vapori di sodio e mercurio in led che costano meno e non fanno inquinamento luminoso”.



A Terni l’azienda ha realizzato molte opere importanti: l’illuminazione dei percorsi della cascata delle Marmore, in occasione del Giubileo del Duemila, e quella, sempre alla cascata, del tourist shop; l’illuminazione del parcheggio della stazione ferroviaria e quella del ponte Sabbione – Maratta. Da ultimo l’illuminazione del nuovo parco di Cardeto.
Un lavoro molto importante, nel 1992/’93, è stato l’illuminazione di tutta la zona industriale di Rieti. Un lavoro diviso a metà con una ditta di Ascoli. Un appalto da 600 milioni di lire per la sola ditta ternana; cifra molto importante per l’epoca.
“Un lavoro a cui sono molto affezionato – racconta il fondatore dell’azienda, Filippo Ditta – è stato quello della grande manutenzione della stella di Miranda, dato il valore che questa riveste per Terni. Era il 1997, e vinciamo un appalto dell’Asm per la manutenzione delle linee elettriche, inclusa la stella di Miranda. La stella era stata inaugurata circa dieci anni prima e noi sostituimmo i pali di sostegno in legno, che erano diventati fatiscenti, con nuovi pali d’acciaio e basamenti in cemento. Poi sostituimmo tutte le lampade e i cavi in modo di realizzare un restyling completo dell’opera. Questo lavoro di manutenzione della stella, con qualche interruzione, è durato circa dieci anni. Alla fine del primo intervento venne a congratularsi l’ingegnere che aveva disegnato l’opera. Ricordo che mi disse che la migliore visuale della stella era da Ponte Le Cave, dov’è oggi il Tulipano. Le famiglie che finalmente hanno iniziato ad abitare il grande complesso immobiliare da lì potranno ammirare la stella di Miranda in tutta la sua bellezza”.

Gli appalti di montaggio e di manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione si ottengono tutti partecipando a gare di evidenza pubblica. “Nell’ottanta per cento dei casi – spiega l’imprenditrice – si tratta di gare al massimo ribasso oppure ci sono appalti migliorativi in cui c’è un progetto tecnico di base e tu devi apportare migliorie. Il settore è molto competitivo; a volte vengono ditte da fuori che fanno ribassi enormi. L’ente pubblico purtroppo non guarda mai alla storia e alla professionalità della ditta che concorre, ma solo al ribasso, al risparmio per le sue casse. Poi magari la ditta che ha vinto l’appalto fallisce; il lavoro si ferma e i tempi dell’opera pubblica si allungano a dismisura. Con il superbonus 110 è stato un vero disastro perché spesso si presentavano alle gare ditte nate per l’occasione”.

Oggi l’azienda di Sabbione ha nove dipendenti, una amministrativa e otto operai. Ci sono gli escavatoristi che si occupano dei lavori di scavo e di movimento terra; quelli del settore costruzioni che si occupano della posa dei tubi e dei cavi; gli elettricisti che si occupano dei collegamenti elettrici, dei quadri e dei punti luce. Spesso i ruoli sono intercambiabili tra loro. Per la parte ingegneristica, l’azienda si avvale della collaborazione di uno studio esterno.

L’azienda, come tutte le piccole imprese artigiane, ha difficoltà a trovare giovani da formare e inserire nell’attività produttiva. “Gli ultimi dipendenti – spiega – sono trentenni, quarantenni che avevano almeno dieci anni di esperienza nel mondo del lavoro. Non troviamo giovani appena usciti dalle Industriali o dalle Professionali da formare. I giovani di oggi, soprattutto quelli italiani, non sono più abituati alla fatica fisica, al sacrificio. Svegliarsi presto la mattina, alle 7 devono essere in cantiere, è un sacrificio, così pranzare al sacco. Il nostro lavoro poi è faticoso ed esposto alle intemperie, ma regolarmente retribuito secondo contratto nazionale. Oggi, purtroppo, il ragazzo vuole il lavoro d’ufficio, al computer, ma spesso non lo trovano e così rischiano di arrivare a trent’anni e di trovarsi completamente fuori dal mondo del lavoro senza una professionalità specifica”.
È soddisfatta della sua scelta di lavoro?
“Oggi sì, – conclude il racconto – perché mi ha permesso di conciliare il lavoro con l’essere mamma di due figli”.

