Con una superficie complessiva di quattro ettari, “Spazio verde” è oggi il Garden center più grande del centro Italia. Più grande anche di quelli della capitale.
È una storia imprenditoriale di successo quella di Marco Gubbiotti, 61 anni, artigiano del verde, ternano doc. Una storia fatta di passione, talento, dedizione al lavoro ma anche di grandi intuizioni imprenditoriali che hanno permesso all’iniziale piccola serra lungo la Marattana di crescere fino alla grande realtà di oggi.
Lui, a differenza di tanti artigiani, non è figlio di artigiani ma di una passione nata con lui. “Mio padre era muratore, mia madre casalinga, dunque nessun rapporto particolare con le piante. Ricordo – racconta – che fin da piccolo mi piaceva propagare, cioè dividere le piante, tagliarle, fare la porzione di un ramo e invasarlo per poi vederlo riprodursi. La prima esperienza è stata con una talea di geranio; l’ho ripiantata in un vaso. È stata un’emozione quando ho visto che la pianta aveva radicato ed è poi cresciuta”. Da ragazzo Marco Gubbiotti aveva due passioni, il verde e la cucina; così alla fine delle scuole medie si trovò a scegliere tra l’Istituto alberghiero di Spoleto, al tempo il Casagrande non esisteva, e l’Istituto agrario di Todi. “Scelsi l’Agrario per comodità, – sorride – abitavamo a Borgo Rivo e la stazione della Centrale umbra che aveva una fermata anche a Todi era a un passo. Ogni giorno facevo avanti e indietro da Todi con il treno. All’epoca poi, d’altronde come oggi, l’Agrario di Todi godeva di grande prestigio e assicurava forti possibilità d’occupazione”. Gubbiotti consegue il diploma di perito agrario, fa il servizio militare e al ritorno a Terni, nel 1988, trova subito lavoro. “Entro a lavorare – dice – come commesso in un negozio di fiori in via Castello che si chiamava Spazio verde. Ci ho lavorato un anno perché la titolare aveva già deciso di aprire un vivaio a Maratta, proprio al confine fra Terni e Narni. Aveva acquistato un ettaro di superficie e lì abbiamo montato la prima serra in nylon. Al momento non c’era nessuna superficie commerciale. In serra coltivavamo piante ornamentali che lì venivano rivendute. Insomma, il classico vivaio”. L’azienda agricola apre nel 1989 e ha due soci, Marco Gubbiotti e la donna titolare del negozio. Il vivaio si chiama Spazio verde.
Il vivaio vende piante ornamentali; Marco Gubbiotti inizia a fare lavori di giardinaggio su commissione. “L’Istituto agrario – spiega l’imprenditore – mi aveva dato le basi tecniche ma il mestiere di florovivaista l’ho appreso studiando per conto mio e facendo esperienza, parlando con esperti del settore”. Intanto, rapidamente, la serra aumentava l’offerta: non solo piante ornamentali ma anche fiori, arbusti, alberi da frutta, viti e olivi.
APERTI ANCHE LA DOMENICA
Pochi lo ricorderanno, ma nel 1989 Terni era una delle pochissime città in Italia, mi sembra l’altra fosse Livorno, in cui il sabato pomeriggio e la domenica tutti i negozi erano chiusi. Il sabato pomeriggio, con le vetrine dei negozi spenti, Terni era addirittura più triste e grigia di oggi, in piena crisi economica. In questo contesto, Spazio verde ha un’idea imprenditoriale geniale. “Ci siamo fatti conoscere dai ternani – ricorda oggi Marco Gubbiotti – decidendo di restare aperti il sabato pomeriggio e tutta la domenica. Eravamo un’azienda agricola e lo potevamo fare. I ternani la domenica pomeriggio andavano a Rieti al Mercatone. Fin dalla prima domenica di apertura, iniziarono a venire anche da noi. Ci rendemmo subito conto che lo shopping domenicale non era solo un bisogno ma un piacere, un divertimento. Ci riempivano di complimenti, ma bravi, siete gli unici ad essere aperti. Facevano una passeggiata, giravano per la serra e naturalmente compravano qualcosa. Essere aperti sette giorni su sette è stato molto faticoso ma ci ha fatto conoscere ai ternani, ai narnesi e agli amerini”.
Gradualmente anche a Terni i negozi iniziarono a restare aperti prima il sabato pomeriggio poi anche la domenica. Occorreva un’altra idea forte per spingere la serra “Spazio verde”. “La seconda idea di successo, siamo ai primi anni Novanta – ricorda Gubbiotti – fu quella di organizzare mostre, eventi all’interno della serra. Organizzammo mostre di bonsai, di orchidee e di piante grasse. Esposizioni con esperti che spiegavano le caratteristiche delle piante e come conservarle. I bonsai all’epoca costavano molti soldi; li comprammo da Crespi, a Milano, che era il più grande importatore di bonsai in Italia. Li collocammo nella serra, ma non essendo questa dotata di un sistema di allarme, per paura che ce li rubassero, la notte dormivamo in auto. Organizzavamo turni di guardia notturni per stare più tranquilli. Le mostre ebbero un grande successo; i ternani ci avevano imparato a conoscere ed apprezzare”.
Marco Gubbiotti nel 1991 sposa Agnese Torlini che da quel momento condividerà con lui la vita di coppia e quella di lavoro in azienda. “La nostra vita – dice Gubbiotti – l’abbiamo passata praticamente qui, tra le piante e gli arredi. Le nostre uniche vacanze sono quando andiamo in giro per l’Italia e l’Europa a visitare le fiere del settore. Mi ha sempre sostenuto; senza di lei non sarei arrivato dove sono oggi”.
Agnese Torlini fa un po’ di tutto in azienda, dal commerciale alla cura degli arredi, ai lavori in serra; entra un attimo in ufficio e indossa i guanti per la potatura.
NASCE IL GARDEN CENTER
Intanto l’azienda florovivaistica di Maratta si espande; viene acquistato un altro ettaro di terreno e in questo modo raddoppiano produzione e area espositiva. Vengono create strade interne; s’inserisce anche l’alberatura; vengono creati filari, montati impianti d’irrigazione. Crescono clientela e fatturato e vengono assunti due operai che lavorano insieme ai due soci. Viene acquistato il primo mezzo per fare consegne. Si eseguono lavori per parchi, giardini e terrazzi dei privati: giardinaggio, potatura, costruzione di piccoli impianti d’irrigazione. “Ho imparato a fare i giardini – scherza il florovivaista – dagli errori degli altri giardinieri, anzi di privati privi di professionalità che s’improvvisavano giardinieri: tipo un rododendro al sole o un oleandro collocato all’ombra. Intanto nel Nord Italia stavano aprendo i primi Garden center che oltre alle piante vendevano tutto quello che ruota intorno alle stesse: terriccio, semi, concimi, fino all’arredo da giardino”.
Dal 1996 la crescita diventa una galoppata: nuova serra in ferro e vetro di 500 metri quadrati accogliente e innovativa per l’epoca; s’inizia a costruire accanto alla serra una superficie commerciale che crescerà fino agli attuali 1500 metri quadrati di oggi. Crescono i dipendenti e l’azienda si sdoppia: Spazio verde srl che si occupa del commerciale e che oggi ha 10 dipendenti e Vivai spazio verde, la società agricola, che ha 14 dipendenti. In azienda sono presenti figure professionali importanti, tre periti agrari e un dottore in Agraria. Nel 2004 una nuova svolta. “Rileviamo la quota dell’altro socio. – Spiega – Fu un momento di grande timore perché a questo punto il peso dell’azienda restava tutto sulle mie spalle. Poi avevo bisogno di un prestito importante per l’acquisto della quota. Respirai a fondo e feci il balzo in avanti”.
L’imprenditore viaggia in Italia e all’estero per visitare i Garden center; acquista nuovi ettari; allestisce nuove serre e su queste monta un impianto fotovoltaico. Da autunno a gennaio gran parte della superficie commerciale si trasforma e diventa un grande mercato del Natale dove c’è tutto per gli addobbi natalizi. Oggi con una superficie complessiva di quattro ettari, “Spazio verde” è il Garden center più grande del centro Italia. Più grande anche di quelli della capitale. Uno spazio commerciale immenso in cui sarebbe facile perdersi se non ci fosse un percorso guidato: si va dalle piante ornamentali agli arredi per giardino, con tanto di salotti per ogni stagione dell’anno, allo spazio per il barbecue. C’è tutto quello che serve per cani, gatti e altri animali domestici; c’è uno spazio riservato agli acquari. C’è anche un bar interno per servire i numerosi clienti. “Io la chiamo una piccola Ikea del verde” sottolinea l’imprenditore. Cambiano le luci, i colori e anche i profumi passando da un padiglione all’altro. Poi ci sono naturalmente le serre.
Marco Gubbiotti attraversando serre e padiglioni di Spazio Verde ammira la sua creatura: “Sono soddisfatto di quello che ho fatto. Se tornassi indietro, a parte qualche giornata storta, rifarei tutto”.