“Di solito – dice Lorenzo Celori – la prima generazione crea, la seconda mantiene e la terza distrugge. Questa è la quarta generazione e andiamo avanti”. Lorenzo Celori è la quarta generazione di tipografi. Tipografi storici a Terni. Lui però alla vecchia tipografia ha dato un tocco d’innovazione portandola fino a realizzare arredi in cartone pressato.
È una storia lunga quasi un secolo quella della Tipografia Celori, anzi Arti Grafiche Celori. Tutto inizia nel 1927 quando il fondatore Poliuto Celori apre la sua bottega di piccolo stampatore nel cuore del centro storico di Terni, a ridosso della chiesa di San Cristoforo. Tipografia al cui ingresso c’è una rivendita di cartoleria. Si stampano manifesti, biglietti da visita, partecipazioni di nozze, volantini pubblicitari. La prima svolta è quando Poliuto Celori riesce ad avere come cliente l’acciaieria, cioè l’allora “Terni”, per la quale stampa tutta la modulistica che serve agli uffici.
Si stampa all’antica con caratteri mobili e torchi secondo la tecnica e il processo che sono ancora sostanzialmente quelli inventati da Gutenberg. I dipendenti hanno grembiuli neri e nelle stanze si respira un forte odore d’inchiostro. I bombardamenti del 1943/1944 devastano il centro storico di Terni e la tipografia Celori è costretta a “sfollare” a Stroncone. La guerra termina e la stamperia torna in centro storico, in una bottega più grande, stavolta a corso Vecchio.
Con l’entusiasmo della ricostruzione, cresce il lavoro anche per la tipografia. Intanto al timone dell’azienda artigiana subentrano i figli di Poliuto, la seconda generazione, Arrigo, Giampaolo e Sandra. Nel 1962, quando Poliuto muore, gli altri fratelli cedono le quote ad Arrigo che diventa unico titolare dell’impresa. La bottega di piccolo stampatore diventa azienda e si fanno i primi investimenti importanti: una linotype e una macchina per la stampa di manifesti. Alle macchine ormai ci sono 13 dipendenti.
All’inizio degli anni Ottanta, nuovo cambio generazionale, entrano i figli di Arrigo, Stefano e Fabio, e con loro arriva la nuova tecnologia per stampare. La linotype va in soffitta ed entra la videoimpaginazione; scrittura e grafica si fanno direttamente al computer, dal piombo si passa alla stampa offset. La tipografia Celori cresce, prende in affitto nuovi locali in via del Tribunale che integrano quelli di corso Vecchio; è ormai un punto di riferimento per aziende, l’acciaieria c’è sempre come cliente, editori piccoli e medi e clienti privati. Nel 1989, com’è per quasi tutte le aziende artigiane di Terni, Celori lascia il centro storico e si trasferisce nella zona industriale, nella sede attuale di Sabbione, in via Maestri del lavoro.
Siamo ai giorni nostri, alla quarta generazione, a Lorenzo Celori, 37 anni, maturità scientifica al Donatelli e un’esperienza maturata in tipografia fin da quando aveva i calzoni corti. Del vecchio tipografo ottocentesco conserva l’aspetto intellettuale, capelli e barba castano chiari ben curati, occhi azzurri. Delle nuove generazioni ha il piglio dell’innovazione tecnologia.
Lorenzo affianca il padre Stefano e lo zio Fabio nella conduzione dell’azienda, i compiti tra loro sono ben diversificati, che intanto ha gemmato due nuove società.
“L’azienda – spiega oggi Lorenzo Celori – continua a fare l’attività classica della tipografia; stampiamo tutta la modulistica che serve per le aziende, l’Ast dopo un secolo continua ad essere nostra cliente, ma anche cataloghi e libri d’arte per la Fondazione Carit e per altri clienti di pregio. Un settore in forte crescita è la cartotecnica. Realizziamo confezioni, astucci, scatole di carta e cartone per contenere soprattutto prodotti del food, olio, vino, pasta, dolci, e della cosmetica. Serviamo alcune aziende del territorio e aziende che vengono da tutta Italia per prenotare scatole e astucci da noi. Il disegno lo portano loro e noi facciamo tutta la parte tecnica, scelta dei materiali e tutta la lavorazione fino alla nobilitazione, tutte le lavorazioni accessorie che rendono il prodotto più prezioso”.
Grazie all’impulso di Lorenzo Celori sono nate due nuove aziende.
La prima è Printaly. “Printaly – spiega il giovane imprenditore – è la classica tipografia on line. Uno deve fare un libro, un pannello per una mostra, volantini, manifesti, fogli d’ordine. Sceglie modello, dimensioni, colore, tipo di carta. Chiede, sempre on line, il preventivo. Tempo di lavorazione e velocità di consegna sono brevissimi e il costo è ridotto. È un servizio in ascesa e abbiamo clienti da tutta Italia”.
Il lavoro oggi è totalmente cambiato rispetto all’era dei caratteri mobili e completamente informatizzato. “Riceviamo il file dal cliente – spiega – che viene verificato ed elaborato. Poi vengono incise le lastre d’alluminio con un laser. Le lastre vengono messe in macchina poi stampate in piano. A questo punto portiamo il libro o il catalogo alla legatoria Coletti”.
Il livello più alto dell’innovazione tecnologica, ma anche culturale, portato da Lorenzo Celori è “Materieunite”, in pratica una sua creatura.
“L’azienda – dice l’imprenditore – produce allestimenti, arredi per negozi ed esposizioni ma anche mobili fatti rigorosamente con materiale riciclato e riciclabile, cartone, linoleum, marmo e vetro. Facciamo tutto noi, dal design alla produzione vera e propria di arredi e mobili”.
Facciamo soprattutto allestimenti e arredi per mostre, fiere e temporary store, quei negozi che aprono per un tempo limitato, soprattutto a Natale. Ma con i nostri designer arrediamo anche negozi destinati a durare, l’ultimo è un’enoteca qui a Terni. Realizziamo soprattutto arredi per allestimenti, scaffali, pannelli, tavoli, armadi, scrivanie, controsoffitti. Utilizziamo cartone pressato riciclato ma anche altri materiali di riciclo. Il linoleum, che acquistiamo dalla Tarkett di Narni, serve per impermeabilizzare e per dare maggiore resistenza alle superfici. Molti di questi arredi in cartone pressato vengono utilizzati per le mostre. In quest’azienda ci sono dipendenti e soci lavoratori: oltre a me ci sono un architetto e due designer più alcuni tirocinanti dell’università di Perugia”.
Il gruppo Celori in tutto oggi dà lavoro a una ventina di dipendenti.
Tipografia on line, scatole e astucci, scaffalature e arredi in cartone pressato e linoleum progettati da architetti e designer, ma cosa resta oggi alla Celori del vecchio mestiere di stampatore?
“Del vecchio mestiere di tipografo – spiega Lorenzo Celori – sono rimasti i volantini, i cataloghi, la modulistica per le aziende e i libri d’arte, pochissimi i libri tradizionali perché, al di là delle grandi case editrici, il mondo dell’editoria oggi è ridotto al minimo. Lavoriamo molto con i cataloghi e i libri d’arte prodotti dalla Fondazione Carit. Loro ci portano la documentazione e a volte anche la grafica; a volte la grafica la facciamo noi. In questi mesi stiamo lavorando per la fondazione dell’azienda di Fabriano, Fedrigoni, una cartiera storica italiana che produce ancora la carta moneta filigranata. Stiamo realizzando un libro che abbraccia tutta la storia della carta filigranata a Fabriano con nelle pagine tutti i facsimili delle varie filigrane delle banconote storiche. Un libro che servirà anche agli studiosi”.
Poliuto Celori fonda la sua piccola bottega da stampatore nel 1927 con cartoleria annessa a ridosso della chiesa di San Cristoforo, in pieno centro storico. Oggi “Celori” è una tipografia diversificata in molti settori all’interno di un capannone della zona industriale di Sabbione. “Di solito – conclude il giovane Lorenzo Celori – la prima generazione crea, la seconda mantiene e la terza distrugge. Questa è la quarta generazione e andiamo avanti”.