IULIA SIMA

“Il lavoro a Terni e in Italia c’è, basta che hai voglia di lavorare. Io e mio marito lavoriamo dall’alba al tramonto, ma ci siamo fatti una posizione. Sono grata all’Italia per tutto quello che mi ha dato”.
Iulia Sima, 48 anni, romena ma nel contempo cittadina italiana, è titolare di una ditta di pulizie, “Giulia”. La sua è una storia di lavoro, di fatica ma anche d’integrazione perfettamente riuscita.
Iulia nasce in Romania nel 1976 a Botiza, un paese minerario, infatti il padre era operaio in una miniera. “Era un paese povero, ma al tempo eravamo tutti poveri. In famiglia c’erano mio padre che era minatore, mia madre che faceva la casalinga e otto figli. Dovevamo fare la fila al negozio per prendere un chilo di pane che doveva bastare per dieci persone. Però scuola e sanità funzionavano abbastanza bene. Il regime era oppressivo; non c’era libertà”. Il regime di Ceausescu cade a dicembre del 1989; il dittatore e sua moglie vengono imprigionati e fucilati.

“C’era entusiasmo, – racconta Iulia – finalmente la dittatura era finita. Avevamo la speranza che tutto andasse un po’ meglio. Così purtroppo non è stato, anzi le cose sono addirittura peggiorate. In poco tempo il governo ha venduto tutte le aziende alle multinazionali; in pratica si sono venduta tutta la Romania. Il popolo soffriva per la povertà. Chi poteva, uomini e donne, andava a lavorare all’estero. Gli anziani restavano soli; i figli restavano senza genitori”.
Nel 2004 Iulia decide di venire in Italia a cercare lavoro e fortuna: “Mi ero sposata a sedici anni e avevo già due figli. Mio marito faceva l’elettricista in miniera ma guadagnava poco. Scelgo di venire in Italia per prima, faccio da apripista, poi mio marito mi avrebbe raggiunto. Lascio i figli con lui e con i nonni. Prendo un visto turistico di tre mesi rinnovabile e salgo su un pullman per venire in Italia. Direzione Calabria. Ci avevano fatto tante promesse alla partenza dalla Romania, ma chissà dove sarei finita”.
Il pullman si ferma a Terni per una sosta e qui c’è un colpo di fortuna che cambia la vita della donna. “Era il 7 dicembre del 2004, – ricorda – l’autista era un amico di Leonardi e mi disse che aveva la moglie malata e che aveva bisogno di una donna a tempo pieno per assisterla. Io accettai”. Leonardi era ed è Orlando Leonardi, imprenditore edile e cimiteriale nonché al tempo presidente di Confartigianato, anzi il presidente storico di Confartigianato.
“La moglie di Leonardi – prosegue il racconto – era malata e c’era bisogno di una badante. Accettai, vivevo con loro in famiglia, sono restata a fare la badante fino alla morte della signora Leonardi nel 2010. I miei figli sono rimasti in Romania con i nonni fino al 2007 poi sono venuti a Terni a vivere con me nella stessa casa di Leonardi; mio marito faceva avanti e indietro con la Romania e viveva in famiglia con noi. Poi è entrato a lavorare in un’azienda del territorio, Canalicchio, e si è fermato a Terni”. Iulia tiene a sottolineare “la fatica di assistere tutto il giorno un’anziana malata e insieme accudire i figli che avevano iniziato a studiare qui. Una fatica che solo le donne possono capire”.
Iulia, dopo il periodo di disoccupazione, si guarda intorno ed entra a lavorare in una cooperativa di pulizie. “Lavoravamo tanto, pulivamo soprattutto uffici, ma la cooperativa non pagava e allora dopo tre mesi sono andata via”. A questo punto c’è una nuova svolta nella sua vita.

“Pulendo gli uffici di una ditta – racconta – avevo conosciuto due ragazze, Alessia e Patrizia, che mi hanno dato un suggerimento: “Invece di farti sfruttare perché non apri una ditta di pulizie per conto tuo?”.
“Io – prosegue – ero molto dubbiosa. Avevo solo la terza media, non sapevo fare una busta paga, non sapevo nemmeno accendere un computer. Ma Alessia e Patrizia mi infondono coraggio e mi aiutano a fare tutto quello che c’era da svolgere. Anche Leonardi mi dà una mano e mi fa entrare in Confartigianato dove ci sono gli uffici che provvederanno a gestirmi la contabilità e tutto il resto. D’accordo con mio marito decido di partire; il 7 gennaio del 2013 apro una ditta individuale di pulizie che chiamo Giulia, il mio nome in italiano”.

L’avvio dell’impresa, pur se piccola, è molto duro. “All’inizio – spiega – ero sola. Prendo l’appalto per la pulizia di una ditta, un solo cliente. La mattina pulivo gli spogliatoi; la sera gli uffici. Lavoravo tutto il giorno; tra il materiale per le pulizie e tutte le altre spese riuscivo a mettermi in tasca ogni mese 700, 800 euro. Pochi per vivere. Stringo i denti e vado avanti. Il cliente è soddisfatto e mi dà da pulire una sua seconda azienda. A questo punto inserisco nella ditta mio figlio Mario, che all’epoca aveva 20 anni; mio marito continuava a lavorare da Canalicchio. Prendo il terzo appalto di pulizie, una farmacia, assumo una ragazza. A questo punto mi butto, ho imparato il mestiere e cerco nuovi clienti, che arrivano anche tramite il passaparola e i fornitori. Prendiamo altri uffici da pulire, negozi e case private per pulizie straordinarie. Mio marito aveva finito il suo rapporto di lavoro e allora lo convinco a venire a lavorare con me. Crescono lavoro e fatturato. Compro tutto il materiale necessario: lavasciuga, scope elettriche, aspirapolveri e vaporetti professionali, più i furgoni di servizio. Cambio la ragione sociale della ditta che da individuale diventa una Srl. Adesso siamo in quattro a lavorare, io, mio marito e due ragazze. Mio figlio Mario prosegue il suo percorso professionale in una ditta di Terni operante nel settore della difesa con i droni mentre la moglie Olena mi aiuta nella contabilità, nelle pratiche burocratiche e nel recupero crediti. L’altro figlio, Madalin, frequenta la facoltà di Economia aziendale a Roma. Lavoro tanto, anzi lavoriamo tanto. Certe volte con mio marito iniziamo a lavorare alle 6 della mattina e finiamo alle 21. Arriviamo a casa e ci mettiamo a dormire perché siamo stremati”.

Stremata, ma sempre con la voglia di andare avanti: “Voglio crescere, prendere nuovi appalti di pulizia, siamo seri, affidabili e professionali. E se aumenterà il lavoro, assumerò nuovo personale”.
Iulia Sima, per tutti Giulia, fa un primo consuntivo della sua vita di lavoro in Italia: “Grazie al lavoro, ho comprato un appartamento qui a Terni e uno in Romania, inoltre, insieme a mio marito, siamo riusciti a sistemare la nostra casa di partenza in Romania. Mantengo mio figlio a Roma all’università. È tutto frutto del mio lavoro: tutto fatturato, tutto in regola. Io sono una persona precisa. Sono affezionata alla Romania e torno spesso a trovare mia madre e i miei fratelli, ma resterò a vivere in Italia. Sono innamorata dell’Italia”.