È il decano dei termoidraulici ternani. Ha montato impianti del caldo e del freddo in centinaia di appartamenti, ville e grattacieli ternani; all’azienda ospedaliera Santa Maria e presso tutte le palazzine degli uffici e le case dei custodi all’interno del sistema idroelettrico del Nera – Velino.
A 85 anni, dopo una intensa vita di lavoro, Fiorenzo Luciani si gode il meritato riposo. Nasce nel 1938 da una famiglia umile, il padre faceva il cantoniere per le strade comunali, la madre era casalinga, a Perticara Bassa, allora aperta campagna.
“Mio padre faceva il cantoniere, – racconta – ma su ordine del Comune era anche una sorta di uomo di fiducia di Elia Rossi Passavanti, primo podestà di Terni ed eroe di guerra, in pratica gli curava la stalla per i cavalli”. Luciani frequenta le scuole elementari poi lo stop agli studi: “Non mi piaceva studiare. La guerra era appena finita e al tempo mi piaceva soprattutto giocare a pallone; giocavo per la squadra Zamberlan, una squadra di calcio legata al Partito comunista. Allora la mia famiglia decise di mandarmi a bottega. Scelsero un artigiano lattoniere idraulico che aveva la bottega a corso Vecchio, proprio davanti alla chiesa di San Lorenzo, Luigi Calcagni. Restai lì due anni e imparai soprattutto il mestiere di lattoniere; facevamo grondaie, rivestimenti per tetti, camini e canne fumarie. Qualche volta facevamo anche i bagni; i tubi erano di piombo e rame zincato”. Il ragazzo, sveglio e attivo, viene notato da uno dei maggiori artigiani termoidraulici di quegli anni, Luigi Mariani, che aveva laboratorio e magazzino in via Curio Dentato, davanti alla chiesa di Sant’Antonio. “Mi ha visto all’opera – ricorda – e mi ha chiesto se volevo andare a lavorare con lui. Io naturalmente accettai perché Luigi Mariani era un grande imprenditore termoidraulico. Lavorava per tutte le maggiori imprese edili del tempo e lavorava anche per le fabbriche, soprattutto per la Bosco. Mariani mi mise in regola, era il primo maggio del 1955, come apprendista regolare. Con lui sono restato a lavorare undici anni, compresi i due di servizio militare”.
In quegli anni Fiorenzo Luciani apprende tutto quello che c’è da imparare nel settore, anche perché i clienti della ditta Luigi Mariani erano l’élite della città di allora: “Servivamo – ricorda – tutti i signori di Terni, le famiglie Bosco, Manassei, Colonnesi, Nevi e tante altre che non ricordo. Al tempo solo i ricchi avevano in casa il termosifone. I radiatori erano in ghisa, ci mettevano di più a scaldarsi ma conservavano per più tempo il calore; i tubi erano tutti in metallo e le caldaie erano a carbone o a legna. Le caldaie erano in ghisa e se servivano condomini o scuole erano enormi e pesavano quintali. Il carbone veniva accumulato in una stanza a fianco. Ogni condominio o scuola aveva un fochista addetto al riempimento e controllo della caldaia. Alla casa dei Bosco ci pensavano gli operai. Nelle case singole era la stessa famiglia a provvedere all’alimentazione e cura delle caldaie. Gli impianti erano senza pompa, a circolazione naturale”.
Caldaie a carbone, tanto fumo nero nei mesi invernali dai camini dei condomini e inquinamento maggiore di oggi nella Conca ternana. “Il gas di città era ancora lontano da arrivare, – ricorda l’anziano impiantista – dal carbone si passò al gasolio. Era un gasolio sporco che faceva molto fumo. La caldaia degli impianti termici restava la stessa; si faceva un rivestimento e all’interno si montava un bruciatore a gasolio. Il climatizzatore lo avevano solo le famiglie ricche. Erano macchine molto voluminose che funzionavano come frigoriferi. Il freddo veniva prodotto da un gas interno e la macchina era alimentata con l’elettricità”.
In quegli anni Fiorenzo Luciani diventa un vero esperto del settore: con la ditta Luigi Mariani monta impianti idraulici e termici per fabbriche, grandi condomini e ville private. Nel 1963 lo chiama con sé Succhiarelli, un grande costruttore edile di Narni, nominandolo responsabile di tutti gli impianti termoidraulici. In quel periodo lavora soprattutto ai primi grattacieli di via Mentana, tutte case popolari a riscatto. “Resto con Succhiarelli quattro anni, – ricorda l’imprenditore artigiano – terminati i grattacieli di via Mentana decido di mettermi in proprio, era il 1968 e ho aperto la prima sede a Boccaporco; nel 1970 mi sono trasferito a Cesure. Ma erano spazi piccoli, inadeguati per una ditta che anno dopo anno cresceva. Così qualche anno dopo ho comprato un garage di 300 metri quadrati in viale dello Stadio dalla ditta Meriziola. Intanto i dipendenti crescevano, inizialmente erano due, poi sono diventati sette, più io e mia moglie che si occupava dell’amministrazione. Ero già sposato con Vera Rosati, che ha lavorato sempre con me, ed erano nati tre figli, due gemelli maschi e una femmina”. Anche la popolazione di Terni cresceva; si espandeva con nuovi quartieri e finalmente era arrivato il gas di città distribuito dalla Camuzzi. “Il gazometro – ricorda Fiorenzo Luciani – era in una grande area a ridosso della fabbrica Bosco e della stazione. Qui c’era il serbatoio del gas, che veniva poi distribuito con una rete di tubi alla città nelle zone metanizzate”. Dalle vecchie caldaie a gasolio e ad olio combustibile, altamente inquinanti, anno dopo anno si passava a quelle a metano, più pulite e meno inquinanti.
Il mestiere del termoidraulico diventa sempre più complesso e servono sempre nuove certificazioni che attestino la professionalità necessaria. Certificazioni che Fiorenzo Luciani acquisisce senza problemi.
Cambia anche il materiale di lavoro: dai vecchi tubi in ferro, piombo e rame zincato si passa a tubi in materiale plastico, anche per l’acqua bollente che serve a riscaldare i radiatori. I tubi in ferro saldato vengono usati solo per l’impiantistica delle aziende, quando la temperatura dell’acqua sale oltre i cento gradi. La ditta va a gonfie vele. “Servivamo case, aziende, caserme dei carabinieri, – racconta – per l’ospedale Santa Maria ho avuto per un periodo la manutenzione dell’impianto idraulico e del riscaldamento con la centrale a vapore. Dopo la segnalazione del guasto, entro mezz’ora dovevo essere in ospedale. Avevo la reperibilità 24 ore su 24, come i medici. Ho montato gli impianti di riscaldamento e climatizzazione per tutte le palazzine degli uffici e per le case dei custodi del sistema idroelettrico del Nera – Velino, al tempo di proprietà dell’Enel, con loro ho lavorato per dieci anni. Ho metanizzato l’azienda metalmeccanica Garofoli. Con Adriano eravamo amici stretti. Lui, la moglie e i due figli, Paolo e Filippo, erano spesso a cena a casa mia ad Ambresciano, zona forca di Arrone”.
In tutti questi anni Fiorenzo Luciani è sempre attivo in Confartigianato.
“In Confartigianato – dice – sono praticamente nato. Mi sono iscritto nella vecchia sede di via Pacinotti; ho collaborato alla realizzazione degli impianti della sede successiva, quella di via del Sersimone, e ho terminato il mandato di presidente degli impiantisti e maestri idrotermici nella nuova e attuale sede di Maratta. Sono stato presidente degli impiantisti per vent’anni”.
Alle pareti del soggiorno ci sono vecchie foto e diplomi: medaglia d’oro della Camera di commercio; diploma e medaglia di cavaliere della Repubblica; medaglia della Confartigianato nazionale. I riconoscimenti per una vita di lavoro.
Fiorenzo Luciani a 85 anni si gode il meritato riposo: “La ditta è chiusa, i due figli maschi sono rimasti nel settore della termoidraulica, ma come dipendenti; la figlia femmina e mio genero hanno aperto una ditta che si occupa di manutenzione termoidraulica”.
“Ringrazio Dio per com’è andata, – conclude il racconto – ho lavorato tanto ma mi sono anche tolto delle soddisfazioni. Io e mia moglie, grazie ai premi ricevuti dalle aziende perché raggiungevo gli obiettivi di fatturato, abbiamo girato il mondo: Europa, Stati Uniti, Brasile, Egitto, Africa, America Latina. Adesso vado a caccia, negli ultimi anni con mio genero, gli ho trasmesso la passione”.